fausto gresini.
Storia di un sognatore.
Fausto Gresini era sempre un passo avanti nel campo della gestione dei top team dei Gran Premi.
Innovatore visionario e un leader capace di motivare i suoi collaboratori, è diventato una fonte di ispirazione per la sua famiglia e per gli uomini della sua squadra, che ad inizio 2021 si sono stretti ancora di più per portare avanti le sue idee.
E per realizzare i suoi sogni.




La foto in bianco e nero che lo ritrae giovanissimo pilota mentre tiene in braccio Lorenzo Gresini, il giorno del battesimo, con a fianco Fausto e Nadia, sorridenti e felici per il primogenito di quella che sarebbe diventata una famiglia numerosa, Loris Capirossi se la ricorda bene. Non è mica normale, una scena del genere, cioè che un pilota in età da gioco (come è spesso la testa del pilota) faccia da padrino al team manager, che in fondo ha smesso da poco di essere pilota: «no, non è assolutamente normale», assicura Loris con un tono paterno, essendo
anche lui padre, ormai da quindici anni. «Ma io e Fausto in quel periodo ci conoscevamo, come dire, già da una vita. Cioè, per la vita giovane che stavamo vivendo. Nel 1989 eravamo già amici, ho corso insieme a lui dal 1990…», si ferma e precisa: «E quando dico “amici”, voglio proprio dire quella cosa lì».


Nadia c’era all’inizio, c’è stata sempre, c’è anche dopo. Cioè dopo la fine dell’era del patriarca, suo marito. L’uomo a cui è stata a fianco per 34 anni.
Questa donna romagnola, mamma di quattro figli, alla fine di febbraio 2021 ha deciso di andare avanti nel nome della sua famiglia, contando sul suo cuore coraggioso e sulla protezione degli uomini che sono stati fedeli a suo marito. Sì, famiglia. È il modo in cui Fausto
ha sempre inteso la sua grandiosa idea che chiamò Gresini Racing.
Nadia Padovani, matriarca per obbligo e imprenditore per mancanza di alternative, è diventata un’icona dell’arte del saper fare e soprattutto del sapersi cavare dai guai: «L’ho fatto per mio marito», sottolinea, «perché il progetto di rifare il team indipendente per il 2022 era suo, ed era entusiasta. Da ottobre del 2020 mi ripeteva “finalmente potrò portare avanti il progetto come penso io, sarò io a decidere”. E dopo aver fatto l’accordo con la Dorna, con la firma del contratto per 5 anni, di lì a poco si è ammalato». E sono iniziati due mesi in cui nadia Padovani, e i suoi quattro figli, sono stati spinti verso un nuovo futuro con una velocità
allucinante, ed una brutalità che non meritavano.